19/09/15

Da minuto 11,39.




Ricordarsi quella mattina a Berlino.
Ricordarsi l'autista silenzioso e vestito di giallo.
Ricordarsi Le zebre, le giraffe e la folla in quel taxi.
Ricordarsi le palle bagnate della pioggia sul finestrino, che dilatano lo spazio.
Ricordarsi quel senso, nella pancia, il pensiero che sei sola, in una città che non parla la tua lingua. 
E se perdessi i documenti? mi rubassero la borsa e avessi un'amnesia? 
Ricordarsi l'eccitazione nell'averlo pensato.
Ricordarsi vortici di colori, i profumi della steppa, i pensieri che incalzano sempre più veloci
come in una cerimonia antica, sono persa, sono persa, la polvere si alza,
suonano strumenti sconosciuti, tutto corre, tamburi, polvere, sono persa…
Arrivati. Tuelv iuro. 
Grazie amico di una terra lontana, la tua poesia mi ha riportato in vita. 
Ho conservato la colonna sonora della nostra avventura. 

16/09/15

L'autunno.

Così, senza estate.
Che strane stagioni, quelle senza progetti.
Quando le giornate sono piene di cose,
eppure non passano mai.
Si sta così, a controllare la pioggia, il tuo respiro,
che questa ENORME casa vada avanti.
Invece di stare lì,
sul nostro bellissimo terrazzo,
a respirare il mare per ore,
guardandolo rimettere in ordine le cose.
Mi metto qui e aspetto accucciata
che passi questa brutta giornata.